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Lo Stemma Comunale

Le origini dello Stemma Comunale.

Le origini dello Stemma Comunale

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Il comma n. 2 dell'articolo 8 del nuovo Statuto del Comune di Villa Basilica detta quanto appresso: "Il Comune ha un proprio gonfalone ed un proprio stemma che sono quelli storicamente in uso: scudo d'argento in campo bianco con al centro un albero (castagno o gelso), con ai lati due spade ed uno scorpione in basso".

Le due spade disposte verticalmente richiamano alla memoria l'indu- stria delle armi bianche, che rese famosa Villa Basilica nel Medioevo e nel Rinascimento. Al centro dello stemma c'è un albero. Esso può rappresenta- re il gelso, pianta protetta negli Statuti villesi, perche fonte primaria nell'industria della seta. Se non vuoI raffigurare il gelso, può simboleggia- re il castagno, che riveste tutte le montagne della vallata e che ha dato tanto alimento agli abitanti e legname alle loro fucine. Silvio Fieri (54), nel capitolo relativo ai nomi locali formati da aggettivi, aveva avanzato diverse idee e supposto che la pianta potesse essere anche il basilico o il noce. La proposta della pianta erbacea dalle foglie aromatiche fece presa su alcuni studiosi anche perche poteva associarsi al nome di Basilica aggiunto a Villa. Derivando dal latino "basilicum" e dal greco "basilikom"), che discende da "basileus"="re", questa pianta avrebbe aggettivato, ad esempio, quella del noce, attribuendole il significato di "moce regale". Con tale criterio si sarebbe potuto attribuirle anche il nome di "gelso reale" e di "castagno reale". Siamo però nel campo di ipotesi che non trovano alcun conforto nei dizionari di araldica. Il riferimento a "basileus" potrebbe trovare invece giustificazione nel fatto che Villa fu sede di giurisdizione.

Il Passerini (55) afferma che la pianta avesse anticamente l'aspetto del basilico. Una vecchia pietra di arenaria, posta nel centro storico di Villa Basilica, raffigura una pianta ricca di foglie. Il fatto che in quei tempi relativamente recenti il simbolo più significativo posto al centro dello stemma sia stato rappresentato come un "albero sradicato al naturale", mette nella dovuta evidenza che Villa Basilica ha radici molto antiche nella storia ed un'economia florida che è dimostrata dalla folta chioma dell'albero.

Nella parte inferiore dello stemma è raffigurato lo scorpione, il noto artropodo appartenente alla classe degli aracnidi, che è assai diffuso nella zona.

Questo simbolo vuole evidenziare, forse, il carattere degli abitanti, i quali, pur amando la pace e il lavoro, attraverso i secoli hanno saputo comportarsi anche con fierezza, per difendere i confini della Repubblica e per affermare la loro dignità di uomini liberi. Forse, proprio per questo motivo, sul tesserino di riconoscimento a suo tempo rilasciato ai Patrioti dalla Formazione Perini, composta e guidata da giovani, nati e vissuti in questa terra, è raffigurato lo Scorpione. Un'altra tesi, forse meno attendi- bile, peraltro valida solo se fusa con la precedente, potrebbe essere ricerca- ta nel fatto che, col nome di "scorpione", si usava indicare un'antica macchina da guerra, simile alla catapulta e alla balestra, con la quale si scagliavano piccole saette. Unendo il duplice significato del termine in argomento, si potrebbe sostenere l'ipotesi che, essendo Villa Basilica una terra di confine e tutta fortificata, avesse necessità di catapulte e di balestre per la sua difesa ed anche di uomini che, nel momento del bisogno, sapessero colpire il nemico che calcava il loro territorio, proprio come fa lo scorpione, il quale, quando si sente in pericolo, si difende con le sue pinze e colpisce col suo aculeo velenifero.

Secondo il recentissimo studio del Borgia (56) che riporta giudizi del Ginanni, del Di Crollalanza, del Guelfi Camaiani e del Pagnini (57), la figura dello scorpione sarebbe stata introdotta per indicare fierezza ma soprattutto spirito personale di rivalsa, di disposizione alla vendetta. Piero Guelfi Camaiani indica nello scorpione il simbolo dell' uomo che non perdona. La conoscenza personale di numerosi abitanti di Villa Basilica ci induce a dissentire da queste interpretazioni ed a confermare il giudizio precedentemente espresso. Tra l'altro ci sembra per lo meno strano e inconsueto che la Comunità abbia sentito la necessità di evidenziare nel suo stemma le ipotetiche caratteristiche negative del suo popolo che, in effetti, è altamente civile ed alieno da ogni spirito di intolleranza, di sopraffazione, di violenza. Un singolare riferimento al fuoco delle fucine Villesi ed al ferro che in esse si lavorava si può trovare nel campo della cabala. A proposito dell' efficacia e del potere dei pianeti, il Lenain, nella sua Scienza Cabalistica  l'arte di conoscere i geni benefici, edita nel 1833 e ristampata da Rebis nel 1985, scrive: "Marte forte e dominatore nello Scorpione; domina il fuoco e la terra, influisce sulla flegma e sulla collera e gli conviene il colore del ferro".

 (54) PIERI S., La toponomastica della valle del Serchio e della Lima, Torino, Loescher, 1898. (55) PASSERINI L., Le armi dei municipi toscani, Firenze, E. Ducci, 1864.

(56) BORGIA L., Brevi note di araldica e di sigillografia dei Comuni della Provincia di Lucca, in "Actum Luce", 1989.

(57) GINANNI A., L'arte del blasone dichiarata per alfabeto, Venezia, 1756; DI CROLLALANZA G., Enciclopedia araldico-cavalleresca. Prontuario nobiliare, Pisa, 1876-77, p. 527; GUELFI CAMAIANI P., Dizionario araldico, Milano, 1940, p. 479; PAGNINI G.P., Stemmi e gonfaloni della Toscana, in REGIONE TOSCANA, La Toscana e i suoi comuni. Storia, territorio, popolazione e gonfaloni delle libere comunità toscane, Firenze, 1985, p. 403 e tav.

Ultima modifica: giovedì, 09 febbraio 2023

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