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Villa Basilica e il suo territorio nell'ultima guerra

L'ultima guerra non ebbe ripercussioni sul territorio di Villa Basilica fino alla data dell'armistizio.

Immagine tessera Comitato Militare di Liberazione Nazionale

Villa Basilica e il suo territorio nell'ultima guerra L'ultima guerra (10 giugno 1940- 6 maggio 1945) non ebbe ripercussioni sul territorio di Villa Basilica fino alla data dell'armistizio. Infatti, neppure la caduta di Mussolini e del partito unico, determinata dal voto di sfiducia espresso il 25 luglio 1943 dal Gran Consiglio del Fascismo verso Mussolini, considerato il responsabile della situazione disastrosa in cui l'Italia era stata ridotta per la guerra da lui dichiarata, creò problemi di ordine pubblico.

Problemi gravissimi nacquero invece dopo L'8 settembre 1943, allorche l'Italia, con le sue principali città sottoposte a quotidiani e micidiali bombardamenti aerei e presidiata in forze dall'esercito germanico, si era trovata costretta a firmare l'armistizio con i rappresentanti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. L'ordine emanato dal Comando Supremo italiano a tutte le sue unità, in Italia e all'Estero, di opporre resistenza armata ai tedeschi in caso di loro attacchi, venne impartito infatti in modo così poco chiaro, da determinare nei comandi periferici un grande disorientamento. In alcuni casi i reparti italiani tennero testa agli attacchi tedeschi, dimostrando grandi capacità di coraggio e di combattività, in altri, invece, intere grandi unità si dissolsero prima ancora di giungere a contatto con le truppe tedesche. Nei giorni immediatamente successivi all'8 settembre '43, un grande numero di soldati italiani, dislocati sul territorio metropolitano, riuscì nascostamente e con ogni mezzo a disposizione a rientrare alle proprie case; molti altri, invece, vennero fatti prigionieri dai tedeschi e deportati in Germania.

Nell'Egeo, nel Dodecaneso, a Corfù, in Grecia, in Albania, in Jugoslavia, molti reparti dell'esercito italiano, nei quali militavano numerosi toscani ed alcuni Villesi, si unirono ai patrioti del luogo e dettero vita ad una guerra partigiana durissima, nella quale ben quarantamila di loro persero la vita.

Un comportamento coerente col giuramento prestato e di netta condanna del regime nazista e di quello fascista risorto in Italia all'ombra dell'esercito tedesco, fu offerto da seicentomila ufficiali e soldati italiani, molti dei quali reduci dalla Campagna di Russia, che vennero internati nei lager nazisti, dove oltre 40.000 di loro morirono.

Un alto contributo alla guerra, dichiarata contro la Germania nazista dal governo italiano nell'ottobre de11943, venne offerto inoltre dall'Esercito, dalla Marina e dall' Aviazione italiani, ricostituitisi nell'Italia meridionale, dove si era trasferito il re d'Italia col suo Governo.

Nell'Italia centro-settentrionale occupata dall'esercito tedesco, il popolo si trovò senza autorità legali e, nella sua grande maggioranza, resistendo alle lusinghe od alle intimidazioni, seppe assumersi gravi responsabilità, che dimostrarono la sua capacità di saper compiere scelte difficili in mezzo a ristrettezze di ogni genere.

documento identità dell'epoca

Subito dopo l'armistizio e lo sfasciamento dell'esercito italiano, i soldati rientrarono alle loro città ed ai loro paesi d'origine; i prigionieri di guerra anglo-americani, evasi dai campi di concentramento rimasti senza custodia, si dispersero nelle campagne e nelle montagne; le famiglie di ebrei che riuscirono a fuggire dalle città di origine ed a sottrarsi alle retate naziste, cominciarono a vagare in cerca di rifugio e di protezione.

In quel periodo, molte famiglie del comune di Villa Basilica, operando con estrema segretezza per il timore di essere denunziate ai comandi tedeschi e fascisti, si assunsero il difficile e pericoloso compito di aiutare tutti coloro che avevano bisogno di concreta solidarietà. Sovvennero con abiti civili e con cibarie i soldati italiani, che, subito dopo l'armistizio, transitavano dalle colline e dalle montagne diretti alle loro case. Non dimentichi dei loro congiunti a suo tempo emigrati per lavoro in quegli Stati e fiduciosi che i loro fratelli militari, ovunque rimasti prigionieri, ricevessero nei paesi ospitanti assistenza ed aiuto, sfamarono e curarono i numerosi prigionieri anglo-americani, che avevano trovato rifugio nelle capanne e nei metati delle Pizzorne. Nascosero, col rischio della vita, quei cittadini di cognome ebraico che erano giunti in Lucchesia dalle province di Livorno e di Pisa e quelli che erano riusciti a fuggire dall'Austria, salvandosi da una sicura morte nei lager nazisti. Aiutarono e protessero in ogni modo i compaesani ex militari ed i giovani che si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò.

Il massiccio delle Pizzorne, nel quale tutto il territorio del comune di Villa Basilica è compreso, rappresenta una terrazza naturale che domina dall' alto dei suoi 900-1000 metri la pianura di Lucca e della Valdinievole. Il Comando supremo tedesco identificò, nel crinale montano delle Pizzorne, il terreno ideale per costruire, contro gli anglo-americani che risalivano la

Penisola, una linea fortificata che, riesumando il nome di un'antica delimitazione, volle chiamare "Linea Gotica".

Le fortificazioni, distribuite in profondità, prendevano inizio sulle coste della Versilia, attraversavano il territorio della VaI Freddana, chiudevano l'ingresso della Valle del Serchio, si sviluppavano fino alla Valleriana e proseguivano poi lungo la Collina pistoiese.

epoca sede CNL

Dopo aver requisito d'autorità dirigenti e mezzi da trasporto e da lavoro delle maggiori imprese edili delle province di Lucca e di Pistoia, il Comando generale dell'Organizzazione Todt, unitamente ai comandi del Genio della Wehrmacht, portarono sull ' Altopiano alcune migliaia di uomi- ni rastrellati nelle province di Livorno, di Pisa ed in Versilia. Emisero inoltre un Bando col quale tutti gli uomini dei Comuni che circondano il massiccio delle Pizzorne venivano invitati a dare la loro opera per la costruzione delle strutture difensive. In alcuni Comuni, disponendo dell'elenco completo dei nominativi, ricavati dagli uffici annonari comunali, i comandi tedeschi emisero un 'Ordinanza che obbligava tutti gli uomini dai 16 ai 55 anni a partecipare all'apprestamento delle difese militari. Oltre a vasti trinceramenti, effettuati sulle elevazioni più strategiche del massiccio, fecero costruire molte postazioni per vari tipi di armi, provvisti di camere ipogee, e dettero inizio anche alla costruzione di un ospedale sotterrano.

Fecero tagliare un gran numero di alberi per favorire la visibilità e per utilizzare il legname. Con esso, infatti, rivestirono l'interno delle stanze sotterranee e costruirono brandine e sedili. I comandi tedeschi fecero mettere in opera tratti lunghissimi di reticolati, profondi fino a nove metri, e celarono, specialmente nei punti obbligati di transito, una grande quantità di mine antiuomo.

Per ordine del comando germanico fu preparato anche il piano di sfollamento generale di tutta la popolazione e di tutto il bestiame del territorio. L 'iniziativa non potè essere realizzata, ma, anche per il capoluogo di Villa Basilica e per tutte le sue frazioni, erano stati nominati d'autorità i capo colonna che avrebbero dovuto guidare uomini e animali oltre l' Appennino.

Uno sforzo eccezionale i tedeschi lo dedicarono alla costruzione di alcune strade di arroccamento che, dalla VaI di Lima e dalla media Valle del Serchio, avrebbero dovuto raggiungere l'altopiano, per portarvi rifornimenti ed armi pesanti con camion militari.

Questo lavoro febbrile, di proporzioni così imponenti, che era destinato a favorire uno scontro frontale di estrema durezza fra i due eserciti, determinando una contrapposizione statica, forse molto lunga, venne considerato e giudicato in maniera estremamente critica e preoccupata da tutti coloro che, conoscendo il territorio, compresero a quali disastri stavano andando incontro la piana di Lucca, la Valdinievole, la media VaI di Serchio e la Val di Lima. Per evitare che le strade di arroccamento provenienti dalle retro vie potessero raggiungere il crinale delle Pizzorne prima dell'arrivo della V Armata Alleata, vennero escogitati e messi in pratica con successo molti espedienti. Nonostante la continua presenza delle sentinelle tedesche, numerosi addetti ai lavori, incoraggiati dai Patrioti che ne davano l'esempio, compirono un numero incredibile di atti di sabotaggio, sottrassero materiali di ogni genere e, soprattutto, fecero in modo che i lavori per la costruzione delle strade di arroccamento, procedessero con estrema lentezza. Certi tratti di strada, in corrispondenza di solchi e di precipizi, vennero eseguiti, eludendo con intelligenza il controllo delle sentinelle, derogando al rispetto delle norme più elementari di sicurezza, così che, al primo temporale, vasti tratti di strada potessero essere spazzati via dalle acque. Inoltre venne fatto un censimento sistematico di tutte le opere difensive costruite sul!' Altopiano dai tedeschi e tutti i dati raccolti furono comunicati dal Comando dell'XI Zona E.L.N. e dal C. L. N. di Lucca al Comando della V Armata Alleata, via radio ed a mezzo di staffette che attraversarono la linea del fronte. La Valle del Serchio, fra Ponte a Moriano Borgo a Mozzano, era cosparsa di mine antiuomo ed anticarro, le strade, i ponti e le gallerie erano minati ed i fianchi dei monti che dominano la valle tortuosa erano stati apprestati per la difesa, con la costruzione di imponenti cavità atte ad ospitare armi di vario tipo od a proteggere la truppa in caso di bombardamento. Inoltre il prospetto di tutte le difese tedesche del territorio venne riprodotto e trafugato dalla sala operativa del Comando generale della Todt a Borgo a Mozzano. Fu fatto pervenire agli Alleati, i quali, esaminate le grosse difficoltà da superare, affrontando quel tratto di Linea Gotica, preferirono accerchiarlo dando però al presidio tedesco l'impressione di volerlo attaccare, tenendo cioe sotto il fuoco delle artiglierie le posizioni tedesche più importanti. Quando i comandi tedeschi si resero conto che le truppe alleate, avanzanti dalla Versilia e dalla montagna pistoiese, stavano circondando la media VaI di Serchio e tutto il massiccio delle Pizzorne fin oltre la Valleriana, dovettero decidere la ritirata che da alcuni reparti venne effettuata con ordine, da altri in gran fretta, tanto che, in talune località, dovettero abbandonare o distruggere un buon numero di armi e munizioni.

Una parte non indifferente nella raccolta di informazioni, nell'opera di sostegno morale agli uomini costretti al lavoro obbligatorio, nell'azione di sabotaggio agli apprestamenti difensivi ed offensivi tedeschi, venne svolta da un gruppo di oltre cinquanta giovani del territorio di Villa Basilica, inquadrati nella Formazione comandata militarmente dal sottufficiale Pilade Perini, che ebbe per suoi diretti collaboratori Nilo Sabbatini, Aldo Baiocchi, Ernesto Domenici, Felice Scardiglia, Egidio Bertolini, Matteo Panigada, Mario Simi ed altri ancora, del comune di Villa Basilica, che la ristrettezza dello spazio non ci consente di ricordare come avremmo desiderato.

AI primo gruppo, costituitosi nel novembre 1943, col preciso scopo di anticipare la liberazione del territorio italiano e di garantire la protezione degli abitanti e dei beni della Valleriana, si aggiunsero successivamente quei giovani che non vollero presentarsi ai bandi di chiamata della Repubblica di Salò, che prevedevano la fucilazione per i renitenti. Nell'aprile del 1944 fu costituito il Comitato di Liberazione Nazionale clandestino di Villa Basilica, che, presieduto da Abele Rachinicchi ex Maresciallo dei Carabinieri, ricevette il riconoscimento e la completa adesione della Formazione patriottica. I componenti della Formazione "Perini", collegati al Gruppo Comando - Settore Sud dell'XI Zona E.L.N. (che aveva giurisdizione su di un vasto territorio compreso fra la Valdinievole, la montagna pistoiese e tutta la Valle della Lima), parteciparono anche a numerose azioni di guerra.

L'8 settembre '44, sopraffatto un gruppo di tedeschi appostati in I.d. "La Biecina", i Volontari della Libertà entrarono in Villa Basilica ed alla finestra centrale del palazzo comunale tornò a sventolare il tricolore. AI suo fianco fu collocato un magnifico cavallo alato, simbolo del C.L.N . toscano, eseguito nascostamente in legno dal bravo artigiano villese Ettore Cecchi. Recentemente l'interessante manufatto ha trovato degna collocazione a Lucca nel Museo Storico della Liberazione (1943-1945), al piano terra del Palazzo Giunigi.

Mentre un gruppo di Patrioti risiedeva nel capoluogo per proteggerlo da probabili azioni offensive dei tedeschi appostati poco lontano, fu sollecitata una più rapida avanzata delle truppe americane, alle quali venne richiesto di interrompere il cannoneggiamento delle zone già abbandonate dai soldati tedeschi. Dal9 se ttembre al 5 ottobre' 44, da soli o a fianco dei soldati Alleati, i Patrioti parteciparono a numerosi scontri a fuoco sul crinale che unisce il Battifolle alle Pizzorne. In una di queste azioni, alla "Lama di Rimogno", il comandante Pilade Perini, poi insignito di medaglia d'argento al V.M., perdeva una gamba per l'esplosione di una mina tedesca, mentre stava soccorrendo un ufficiale americano ferito. Altri Patrioti rimasero feriti in quell'azione. L'attività del reparto, coordinata dai capi squadra Domenici e Scardiglia, continuò ugualmente ed avvennero così la liberazione di Pracando, di Colognora, di Pariana e di Boveglio e numerose azioni di rastrellamento che portarono alla cattura di un consistente numero di prigionieri. La smobilitazione del Reparto avvenne il 6 ottobre 1944 (53).

Il contributo dato dagli abitanti del comune di Villa Basilica alle guerre d 'indipendenza, alle campagne coloniali e ai due conflitti mondiali, assomma a cento caduti, a numerosi feriti, mutilati ed invalidi, a diversi decorati al V .M. I vari centri del comune, per ricordare il loro sacrificio, hanno eretto monumenti e lapidi che la popolazione e I' Amministrazione Comunale civilmente adornano di corone d'alloro e con fiori nella ricorrenza del 4 novembre e del 25 aprile.

Fra i cento Caduti del comune abbiamo doverosamente considerato i dieci abitanti di Villa Basilica che morirono il primo luglio del 1944 a causa di uno spezzone lanciato da un aereo mai identificato. Lo spezzone esplose in prossimità della Pieve sull'angolo del negozio Pasquini, causando anche numerosi feriti. Una lapide con i nomi di quelle vittime innocenti è posta all'interno della chiesa dei PP. Cappuccini.

(53) Per queste ed altre notizie è utile la consultazione delle seguenti pubblicazioni: PERINI P ., E.L.N. -Comando XIa Zona -Settore Sud, Relazione militare sull'organizzazione e l'inquadramento della Formazione Perinil >, in "ll Movimento di Liberazione in Italia "-

Rassegna di Studi e Documenti, n. 47, Milano, 1957; GRAHAM E., Bufalo, Milano, Longanesi, 1963; AA.VV., La Resistenza in Lucchesia, pp. 149-153, Firenze, La Nuova Italia, 1965; SCHREIBER G., La linea gotica nella strategia tedesca, in "Civitas", 1985; GABRIELLI RosI C., Le fortificazioni della linea gotica fra Lucca e Pistoia, Presentazione di Renzo Papini, Estratto, Lucca, 1986; CIPOLLINI G., Il piano di sfollamento totale della provincia di Lucca (maggio-settembre 1944), Estratto dalla Riv. "Documenti e Studi", n. - 8/9, Lucca, 1989.

Ultima modifica: giovedì, 09 febbraio 2023

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